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La spiritualità "paolina" era basata su alcuni punti basilari: la necessità di una ripresa del "fervore cristiano", riscoprendo il valore del "Crocifisso", segno di purificazione grande e di misericordia divina, il "Crocifisso vivo", vale a dire l'Eucaristia, dove nella celebrazione si fa presente veramente il sacrificio espiativo di Cristo, e la presenza reale nell'ostia consacrata, il Cristo risorto e quindi "vivo" da adorare, ringraziare, implorare, anche con l'esposizione pubblica dell'Ostia consacrata, anche nella forma delle processioni e delle Quarantore.

Il fuoco d'amore, messo nel cuore dello Zaccaria da Dio Padre e da Cristo Signore, poteva anche visibilmente esprimersi con i confratelli, pure essi spinti da tale ardore, nell'Eucaristia, "Crocifisso vivo", con la conseguenza che, non potendo più contenerlo, doveva essere trasmesso agli altri in ogni forma di apostolato, nella predicazione, nelle celebrazioni, nelle adorazioni, nelle missioni, e nella "rinvigorizzazione della vita consacrata" in Lombardia e in Veneto, dando inizio a quella grande riforma che poi, il Concilio di Trento, ordinerà e diffonderà, con tutta l'autorità della chiesa, anche in reazione alla cosiddetta "riforma protestante" fori era di tante eresie.
Ma si sa, quando si fa sul serio, quando si combatte decisamente contro il male, è immancabile che vengano delle persecuzioni, e fu così che anche i primi Barnabiti e le Angeliche dovettero affrontare ben due processi ecclesiastici, perché sospettati di eresia, ma che si conclusero con il completo proscioglimento. 

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