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La Confraternita della Misericordia di S. Sebastiano è una delle più antiche e più note della città. Ancor oggi gli ultimi e assai anziani Confratelli sono fieri di appartenere a questo sodalizio che si è distinto per zelo, pietà e servizio. Nelle processioni la loro bandiera di seta che faceva spicco per dimensioni e… cronologia: 1852 - era seguita da numerosi Confratelli nerotogati recanti artistiche fiaccole d'argento e ceri. Spesso pellegrinavano a Montenenero, partendo all'alba e percorrendo circa dieci chilometri a piedi, in salita, alternando canti e preghiere. Nelle vigilie e feste veniva recitato coralmente l'ufficio divino in latino e nei trapassi di parenti o amici l'ufficio dei morti, eseguiti in perfetto gregoriano perché il maestro di canto liturgico del Seminario dava loro lezione ogni settimana. Ne restano ancora alcuni esemplari manoscritti in notazione gregoriana. La cura per funzioni è attestata anche dal numero e dalla qualità degli oggetti sacri acquistati da loro per la cappella della confraternita (pianete in lamina d'oro e d'argento, larga coltre di velluto con ricami d'argento, baldacchino bianco serico con fiori, lanterne in legno scolpito e dorato, ecc.). Due guerre mondiali, con morti e dispersi, le trasmigiazioni, le malattie, la vecchiaia, aprirono larghi vuoti: alcuni passarono alla direzione della Misericordia cittadina o alle Confraternite delle rispettive parrocchie, cosicché è rimasto un piccolo «resto» nella diaspora che vive di ricordi. L'ultima volta in cui avvenne un simpatico «rimpatrio» con 25 presenti fu nel 1962, in occasione della nomina del nuovo parroco venuto da Firenze che desiderava conoscerli per rivitalizzare la Confraternita. Fu un'«estate di San Martino» che durò un po' d'anni, specialmente per opera dei più volenterosi. Tutti ricordano ancora con tanto rimpianto Natalino Pagni.

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