Come ogni anno, in chiesa, sono stati allestiti due presepi: uno realizzato da P.Ezio e l'altro dalle catechiste. Due diversi modi di rappresentare la scena della nascita di Gesù, che secondo la tradizione fu realizzato per la prima volta nel lontano 1223 da S.Francesco a Greccio.
Il presepe di P. Ezio
Nella cappella del Crocifisso è stato posto il classico presepe di Padre Ezio e di alcuni suoi fidi collaboratori. Con sapienza e giochi di luci possiamo ammirare una suggestiva scena della Natività.
Ecco una guida alla "lettura"del Presepe elaborata dal Padre:
Il presepe dei bambini
Vicino all'altare è collocato, invece, il presepe dei bambini. Esso è stato è stato allestito in linea al cammino liturgico che hanno seguito durante l’Avvento. Elaborato e messo in rete dalla Diocesi di Fossano, dal titolo “E pose la sua tenda in mezzo a noi”, si ispirava al celebre prologo del Vangelo di Giovanni.
Questo cammino ha portato a riconoscere, infatti, la presenza di Gesù in mezzo a noi. Nel suo Vangelo Giovanni narra “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Per abitare tra noi Gesù sceglie una tenda perché una dimora fissa gli impedirebbe di stare sempre vicino a noi, ovunque ci troviamo.
Durante le quattro domeniche d’Avvento abbiamo cercato di farci abitare da Gesù e dai suoi insegnamenti per imparare ad abitare le relazioni, il tempo e lo spazio con cura, responsabilità, partecipazione e rispetto.
Simbolicamente lo abbiamo fatto attraverso la realizzazione di un cartellone, a cui ogni domenica aggiungevamo un tassello raffigurante un ambito della nostra quotidianità: la famiglia, la parrocchia, il territorio, il creato.
Questo cartellone adesso fa da scenario a questo presepe, dove al centro è posta la Natività, che giace giustoappunto in una tenda, ma in città, tra gli uomini.
Riguardo al presepe Papa Francesco ha recentemente affermato:
«È importante guardare il presepe, fermarsi un po’ e guardare quanta speranza c’è in quella gente. Nella sua semplicità, il presepe trasmette speranza; ognuno dei personaggi è immerso in questa atmosfera di speranza». A Betlemme, che «non è una capitale, e per questo è preferita dalla provvidenza divina, che ama agire attraverso i piccoli e gli umili», nasce Gesù, «nel quale la speranza di Dio e la speranza dell’uomo si incontrano». Nel nome di Gesù «c’è la speranza per ogni uomo, perché mediante quel figlio di donna, Dio salverà l’umanità dalla morte e dal peccato. Per questo è importante guardare il presepe – ha insistito il Papa – fermarsi un po’ e guardare quanta speranza c’è in quella gente, in quel presepe ci sono i pastori, che rappresentano gli umili e i poveri che aspettavano il Messia, il “conforto di Israele” e la “redenzione di Gerusalemme”. In quel Bambino vedono la realizzazione delle promesse e sperano che la salvezza di Dio giunga finalmente per ognuno di loro».