Se un forno della via S. Francesco - non lontano dal duomo è noto per essere appartenuto al padre di Mascagni, non meno note sono le scuole barnabitiche di via S. Francesco, per avere avuto tra i loro alunni l'irrequieta figura di Pietro Mascagni. Il Rettore non era soddisfatto dell' applicazione di quell'alunno, perché lo vedeva assente e proteso verso altri interessi, come facevano fede i motivi musicali fissati spesso sui quaderni durante le ore di lezione, invece dei problemi di matematica o dei temi d'italiano. Per cui un giorno il Rettore consigliò il panettiere Mascagni di far studiare musica al suo figlio, invece del latino. Il babbo ritirò il ragazzo dalla scuola e lo affidò a un maestro che lo preparò per il conservatorio. Ed ecco lo a Milano, compagno di Puccini e di Ponchielli. Troverà poi la sua strada e salirà in quota e celebrità. Ma non dimenticherà i Padri da cui aveva preso l'avvio, non scorderà la cappella lauretana e la Madonna Bruna. Quando D'Annunzio scriverà la "Parisina" e ambienterà un triste episodio proprio accanto alla casetta nazaretana di Loreto, Mascagni farà cantare dal coro le litanie lauretane nella melodia da lui udita più volte nella cappella di San Sebastiano e farà protagonista della funzione rappresentata proprio la Madonna Bruna da lui qui venerata. In quasi tutte le sue opere c'è una spunta religiosa: un rito, un canto, un riferimento a quanto gli era rimasto latente nel subcosciente dalla giovinezza passata accanto ai Barnabiti. Ecco perché i Padri non l'hanno dimenticato e nel 1963 hanno voluto dedicargli una sala ed eternare in una lapide di marmo il suo ricordo. Grato di questa, il Dott. Salvatare Orlando, compositore di drammi musicali trasmessi anche alla RAI, ha fatto omaggio di copie della famosa «Ave Maria» di Mascagni per la nostra cappella di Loreto. Una voce tramanda che l'Ave Maria (le cui note costituiscono il famoso intermezzo della Cavalleria Rusticana) fu scritta da Mascagni proprio nella chiesa di San Sebastiano aiutato dalle note del vecchio organo a canne.
Ritratto d'Artista (tratto dal sito ufficiale)
"Ha rasato il viso come un seminarista e la statura alta e dinoccolata dà l'immagine di un ragazzo che non abbia ancora finito di crescere. La fisionomia per un osservatore disattento pare non dica nulla: ma guardando bene, ha ogni tanto, negli occhi chiari un po' velati, un improvviso bagliore, come il balenare silenzioso in certe stellate notti di grande calura". (Eugenio Checchi 1890).
Musicista di successo, dal 1890 con il trionfo dell'opera Cavalleria Rusticana seppe tener vivo per mezzo secolo l'interesse dei maggiori teatri italiani, europei e d'America. Direttore d'orchestra, compositore di musiche per il cinema, personaggio di grande notorietà, fu vero fenomeno della sua epoca, famoso persino per il proverbiale ciuffo di capelli. Nella fantasia popolare Mascagni s'identificava con l'immagine mitica dell'uomo felice, che associava in sé la giovinezza e la fama, un prototipo irresistibile della razza latina estrosamente calzato, vestito e pettinato. Il musicista ebbe a confessare ad un suo tardo memorialista (Mascagni Parla di S.De Carlo) "L'uomo che il mondo conosce in me non è quello reale -Tutti credono che io sia fatto soltanto per lo spirito e l'allegria, ma non è così: io sono piuttosto un malinconico e ho sempre fatto uno sforzo enorme per non mostrarmi quello che sono veramente."Se ne tolga l'iperbole, afferma il Morini, e la confessione risulterà sincera. Dotato come era di straripanti energie, nativamente portato alle movenze tumultuarie e alle subitanee esaltazioni, continua il Morini, gli capitava di soggiacere in misura altrettanto sensibile a nere sfiducie e a repentini accasciamenti. Spontaneo ed immediato, il livornese ignorò sempre l'arte della diplomazia, non imparò mai l'opportunità di tacere e nonostante questo seppe conquistarsi simpatie e farsi corteggiare. Il 5 aprile 1897 l'editore Giulio Ricordi si espresse su di lui: "Nulla mi stupisce di Mascagni! Non lo ritengo cattivo, anzi tutt'altro: ma è come una pila elettrica non ancora completa, per modo che se ne hanno scosse, scintille, schioppettate così a casaccio, di sorpresa ! Speriamo che platino, rame, zinco e acidi trovino poi il giusto equilibrio ed allora la pila funzionerà bene." Un ritratto pittoresco con molte verità. Talento naturale, temperamento esuberante, ribelle a parole tutta la vita, meno nei fatti, Mascagni è difficilmente etichettabile: è stato protagonista di creazioni sublimi e di pericolose cadute. Spirito intraprendente e avventuroso, si gettò con entusiasmo in ogni impresa teatrale, incapace di calcolarne rischi e difficoltà: del suo atteggiamento spavaldo e a volte incosciente vanno individuate le cause di buona parte della vicenda biografica. (Mascagni - L'avventuroso dell'opera di Roberto Iovino 1987).